venerdì 29 gennaio 2010

Miti letterari - Un tributo a Salinger

di Filippo Benedetto

Jerome David Salinger è stato un mito della letteratura non solo statunitense (tanto è stato influente il suo più famoso libro per molti autori americani della seconda metà del novecento) ma addirittura mondiale.Lo scrittore ha rilasciato poche interviste, salvo chiudersi in una sorta di 'eremitaggio' a partire dagli anni 50, più o meno nel periodo successivo al grande successo del suo libro più famoso, 'Il Giovane Holden' appunto.
 Difficilissimo, tra l'altro, trovare immagini video di Salinger. Esiste, però una deposizione dello scrittore in una causa processuale da lui intentata contro la pubblicazione di una biografia dallo scrittore non autorizzata. Quella, probabilmente, potrebbe essere considerata l'ultima intervista in ordine cronologico rilevabile sull'autore statunitense.
Il 'peso' della leggenda di quest'uomo solitario, schivo di fronte alla celebrità, lo si può constatare anche nelle voci, non si sa se rispondenti al vero, che vorrebbero la pubblicazione di materiale inedito (romanzi, racconti e articoli) che Salinger avrebbe pronosticato di pubblicare postumi. Intanto il suo celebre romanzo è bastato a renderli gloria eterna anche dopo la sua morte. Gloria conquistata attraverso la storia di un 17enne intelligente, dotato di senso critico e sensibilità, ma poco interessato agli studi accademici. Un ragazzo che si dichiara 'ateo', ma mostra un qualche interesse per la spiritualità di coetanei 'cattolici'; un ragazzo, dettaglio curioso, che ama il jazz e detesta il cinema. Dettaglio curioso perchè proprio la musica - nelle sue varie espressioni e lungo la storia della seconda metà del 900, ha avuto a che fare con 'Il Giovane Holden', per non parlare del cinema che spesso ha incrociato tematiche adolescenziali affrontate nel libro. Già, il cinema: nessun regista ha mai pensato direttamente di cimentarsi nella scrittura di una sceneggiatura tratta da questo romanzo.
La leggenda del romanzo e del suo ideatore, dalle nostre parti, ha mietuto consensi e adepti tra i nostri scrittori, persino sconfinando nel campo musicale e cinematografico (De Gregori nel 1990 scrisse una canzone ispirata agli eventi narrati nel romanzo, e 'Jack Frusciante è uscito dal gruppo in alcune sequenze sembra aver preso ispirazione dalle pagine dell'opera di Salinger). Evidentemente la visionarietà della letteratura 'salingeriana' non poteva sfuggire all'occhio di registi e musicisti.
E parlando della letteratura nostrana, dei nostri migliori (o più venduti... che non è sempre la stessa cosa) scrittori, Alessandro Baricco, autore del bel libro 'Novecento' e ideatore e fondatore nel 1994 della 'Scuola Holden' a Torino, ha speso parole importanti sullo scrittore scomparso, affermando che '"Ci ha insegnato l'importanza di vergognarsi, che ci spinge a non fare ciò di cui non siamo orgogliosi". La mitica salingeriana risiede dunque nell'orgoglio di scrivere in libertà, senza condizionamenti imposti, elevando a 'eroi' personaggi che sfuggono a schematiche convenzioni sociali - come per il protagonista de 'Il Giovane Holden' era l'istituzione familiare, già in crisi nella società americana degli anni 50.
Salinger è stato un profeta, un visionario e ancora oggi le sue intuizioni letterarie conquistano nuove leve della letteratura europea, americana e mondiale. Il suo anticonformismo, così poco 'spettacolare', è genuino e sincero. Chi non avesse ancora letto le avventure e disavventure de 'Il Giovane Holden' si affretti dunque a leggerlo, magari vi scoprirà qualcosa di intimamente 'suo', o addirittura sentirà fremere dentro di sè la scintilla creativa dello scrittore.
Nel capitolo terzo di questo romanzo il protagonista dice: 'Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.' Mai frase calzò più a pennello per 'Il Giovane Holden' e per Jerome David Salinger.




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