giovedì 28 gennaio 2010

Libri - 'La Vicevita, Treni e Viaggi in Treno', Valerio Magrelli


Recensione a cura di Filippo Benedetto

La Vicevita. Treni e viaggi in treno
Valerio Magrelli
Editore: Laterza
Collana: Contromano
data uscita: 2009
pagine: 103
prezzo: 9,00 euro



“Chi sta in treno, è segno che vuole andare da qualche parte, e lo fa sempre e solo in vista di qualcos’altro. Il suo scopo, cioè, risiede altrove […] Sono i momenti in cui facciamo da veicolo a noi stessi. E’ ciò che chiamerei: la vicevita.”.


Il viaggio, come topos ideale in letteratura, è stato una costante di molti libri, raccolte di poesie o di racconti. Insomma, non è un tema nuovo. Eppure suscita sempre un enorme fascino creativo per chi scrive e, perchè no, anche per chi legge. E il suo fascino trae forza dalla carica metaforica che esso sprigiona; e siccome di metafore si alimenta la letteratura in tutte le sue forme, è giocoforza naturale che, ad esempio, il tema del 'viaggio' si leghi in maniera fortissima al mito del cambiamento: intellettuale prima ancora che banalmente temporale. Cambiamento di idee ed emozioni, suggestioni e paure, aspettative o illusioni. Valerio Magrelli si racconta in 'La Vicevita. Treni e viaggi in treno' a partire da queste esemplari premesse, confezionando per il lettore una serie di racconti brevissimi che provocano a fasi alterne risate, riflessioni lampo o profonde, grazie a ironici sguardi sul popolo che affolla le carrozze dei treni d'Italia. Attraverso gli occhi del viaggiatore-Magrelli, il lettore ha possibilità di ridere dei tic dei passeggeri che occupano il posto accanto a quello dell'autore, o rimanere stupefatto dell'abilità dell'io narrante nel descrivere con impressionante nitidezza i dettagli di un'affollata stazione urbana. La dimensione del viaggiatore sembra essere perfettamente congeniale a Magrelli, tanto da rendere questa raccolta di 'appunti di viaggio' una specie di diario, dove sono riversate idee, pensieri (alcuni trementamente cinici, altri splendidamente comici) incredibilmente personali . La linearità della scrittura fa tutto il resto, rendendo l'architettura narrativa fluida, appagante per il lettore che, arrivando a fine libro, ha la sensazione fortissima che Magrelli non abbia scritto questa raccolta solo per il piacere di raccontare delle storie, ma di spogliare se stesso e mettere a nudo il proprio cuore (fabbrica pulsante di creatività) e la propria testa (responsabile di ordinarla in corretta prosa). E questa sorta di autobiografismo estremo, sviluppato attraverso piccole istantanee di stazioni pullulanti di avventori, non mette assolutamente a disagio il lettore che talvolta - e capita spesso - può anche immedesimarsi, tanto genuino e sincero è il proposito narrativo dello scrittore. Proprio così: genuino e sincero, ironico ma mai superficiale, estremamente logico e però abilissimo nel giocare di metafora. 'La Vicevita' è un libro da leggere tutto d'un fiato, magari aspettando anche noi la prossima partenza da una stazione brulicante di persone alla frenetica ricerca del treno giusto.

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