venerdì 5 febbraio 2010

Libri - Le Carte di Kubrick, di Umberto Cantone

Recensione a cura di Filippo Benedetto

Le Carte di Kubrick
Umberto Cantone
Editore: Sellerio
Collana: Varia
data uscita: 10/12/2010
pagine: 168
prezzo: 35,00 euro


Stanley Kubrick può essere considerato di diritto tra i più grandi registi di tutti i tempi, assieme a mostri sacri come Orson Welles e Sergei Eisenstein, per citarne soltanto due. La sua carriera cinematografica ha segnato tappe evolutive del cinema d'autore a dir poco fondamentali: da Spartacus, passando per Orizzonti di Gloria, Barry Lyndon, Arancia Meccanica, Shining, Full Metal Jacket arrivando all'ultimo capolavoro Eyes Wide Shut, Kubrick ha indagato, complice un obiettivo cinematografico sapientemente 'messo a fuoco', tutte le sfaccettature della personalità umana. Il suo sguardo pessimista sulla possibilità dell'uomo di sfuggire alla tentazione dell'autodistruzione è stato, come se non bastasse, magistralmente enunciato attraverso film come 'Il Dottor Stranamore', mentre ad un lungometraggio fantascientifico, il meraviglioso '2001: Odissea nello spazio', il cineasta statunitense ha affidato il difficile compito di istillare nello spettatore domande di senso sulla vita e sul dopo-vita altamente filosofiche.
C'è insomma, nella cinematografia kubrickiana, una continua ricerca sulla psicologia umana legata a doppio filo ad una sempre originale e problematica critica di alcuni archetipi sociali, economici, di costume, politici e persino di natura morale e religiosa. La complessità dell'approccio narrativo di Stanley Kubrick deriva, soprattutto, dall'intenso lavoro che nella lavorazione di un film occupa l'adattamento cinematografico in sceneggiature. E ancor più la cura nel montaggio dei trailers, vero e proprio biglietto da visita del film pronto per essere distribuito nelle sale o nella ideazione della veste grafica del marketing pubblicitario. Si sa che Kubrick era molto meticoloso nel suo lavoro, tanto da caricare su di sè la diretta responsabilità di ciò che effettivamente gli spettatori avrebbero visto comodamente seduti davanti allo schermo cinematografico e prima ancora alla visione dei trailer pubblicitari dei suoi film. Il suo era un controllo sulla produzione totale e vincolante per le case di distribuzione, MGM prima e Warner Bros poi.
Kubrick, da questo punto di vista, ha rimarcato una indipendenza e autonomia difficilmente rintracciabili in altri cineasti del panorama cinematografico probabilmente mondiale.
E' proprio questo particolare aspetto della vita professionale di Kubrick che viene analizzato da Umberto Cantone ne 'Le carte di Kubrick' (Sellerio Editore, Collana Varia, anno 2010). Volume nel quale vengono ordinate e pubblicate tutte le locandine, tutti i manifesti pubblicitari nonchè  programmi di sala di tutti i 12 film di sala della filmografia del regista americano scomparso 11 anni fa  all'età di 70 anni (proprio alla vigilia dell'uscita ufficiale nelle sale di tutto il mondo di 'Eyes wide Shut'). Un documento di grande valore che mostra un aspetto ancora poco conosciuto, o comunque prezioso per gli affezionati estimatori, che arricchirà sicuramente di dettagli, tutt'altro che trascurabili, la personalità di Stanley Kubrick quale vero e proprio iclonocasta del cinema.  

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