martedì 9 febbraio 2010

Libri - Il Nazista e il barbiere, di Edgar Hilsenrath

Recensione a cura di Filippo Benedetto

Il nazista e il barbiere
Edgar Hilsenrath
Editore: Marcos y Marcos
Collana: Mini Marcos
data uscita: 4/02/2010
pagine: 224
prezzo: 12,00 euro


Può un carnefice passare per agnello? O è più facile immaginarlo realmente carnefice, con tutte le sfaccettature del 'male' che esso incarna? Certe volte  nel cinema, come  in teatro, e persino in musica e pittura si è tentata l'una o l'altra chiave interpretativa del 'male'. E, ovviamente, è uno dei clichè narrativi della letteratura. 'Il nazista e il barbiere' (Marcos y Marcos editore, per la collana Mini Marco), dello scrittore tedesco Edgar Hilsenrath, propone una visione del male inedita e spaventosa, che si materializza nelle sgraziate fattezze di Max Schultz, uomo rude convinto di essere un 'ariano puro' . Shultz fa la conoscenza di    Itzig Finkelstein, che al contrario suo è bello, alto, biondo e con gli occhi azzurri. E, cosa evidentemente strana agli occhi del greve ma 'puro ariano', ebreo.  Itzig ha, oltretutto, una famiglia e suo padre è un ricco barbiere. Esattamente il contrario della dimensione familiare di Shultz che, appunto, non esiste perchè Shultz è nato da padre ignoto.
Shultz si arruolerà nelle SS e, perfettamente inquadrato nella feroce follia nazista, si specializzerà come passivo e diligente esecutore dello sterminio in un campo di concentramento polacco. Proprio in Polonia la famiglia Finkelstein verrà deportata e sterminata. A fine guerra Shultz, con incredibile fortuna, riuscirà a sfuggire al destino di prigioniero di guerra e, tornato a Berlino, si fa tatuare un numero (quello usato nei campi di sterminio per identificare i deportati) e assumerà - con cinismo raggelante - l'identità dell'amico Itzig, occupando persino il posto del padre come barbiere. La nuova identità gli permetterà di ricevere il sussidio per le vittime dell'Olocausto, di entrare a far parte del movimento sionista, fino ad imbarcarsi sulla nave 'Exitus' alla volta di Israele, Paese che diverrà - con la nuova identità scippata - la sua nuova patria. In Israele assumerà, in una crescente iperbole che tocca vette di grottesco umorismo, i panni persino del benefattore di bambini, inniettando dosi di vitamine al posto del veleno, come invece faceva nella macabra quotidianità che animava la sua vita di ufficiale nazista del campo di sterminio di Laubwalde.

'Il nazista e il barbiere' è un romanzo intensissimo, con pagine palpitanti di orrore per la ferocia nazista. Ma è un orrore declinato, per un originale gioco di paradossi estremi, con ironia noir. Il lettore, seguendo la cinica parabola del negletto Shultz, testerà visivamente e in tutte le sue sconvolgenti sfaccettature non solo l'incarnazione del male, ma anche l'imprescrutabilità del destino umano.

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