venerdì 22 gennaio 2010

Televisione - Ogni mercoledì su Rai2 'Il più grande'...flop?


Giorni fa è andato in onda un nuovo programma su Raidue (ogni mercoledì alle 21 circa), dal titolo 'Il più grande': conduttore Francesco Facchinetti, e Martina Stella a far da 'spalla'. Il senso del programma consiste nel scegliere ad eliminazione 'il più grande' tra 150 personaggi famosi del passato e del presente (siano essi viventi o defunti).

La trasmissione è stata oggetto di critiche, tra le più brillanti quelle di Aldo Grasso (Corriere della sera, 22 gennaio) e Massimo Gramellini (La Stampa, 21 gennaio), sulla conduzione definita scadente, un po' sull'idea di fondo del programma e infine sul criterio di selezione degli 'sfidanti'. A parere di chi scrive è stato semplicemente un breviario, ottimamente prescritto, su come non dovrebbe essere impostato un programma televisivo. Lasciando perdere l'ironia spontanea che effettivamente - con genuina obiettività - suscita la conduzione del figlio del tastierista dei Pooh, sconcerta proprio il principio di fondo che anima il forma televisivo: una sorta di grande fratello in cui i 'nominati' possono essere di volta in volta Pirandello o Troisi, Battisti o Fellini, Mazzini o Manzoni ... così, a casaccio. Non solo, si riduce la cultura, o meglio, la curiosità per essa ad un espressione 'referendaria' sul 'nome più noto' (riducendone la grandezza o l'importanza ad una sequela sconcertante di luoghi comuni). Bisogna però dire che non è giusto prendere come capro espiatorio  il solo Facchinetti, che è anche simpatico e fa del suo meglio per cercare di rendere meno noioso il 'brodo televisivo' di questa trasmissione. Bisognerebbe piuttosto chiedersi perchè gli autori del programma invece di  dare libero sfogo  ad un sano esercizio di originalità, inventiva e perchè no anche un po' di irriverenza (cosa che nella stessa Rai degli anni 50 e in qualche caso fine anni 70 - basterebbe citare una Mina provocante ma per nulla volgare nell'interpretazione di 'Ancora' per fare un esempio banale ed estremo - accadeva), ma piuttosto al suo contrario abbondando in superficialità, sconclusionatezza e noia in un panorama televisivo nella quasi totalità già assuefatto al comodo adagio del 'remake' in salsa minore' ( Grasso stesso, nell'articolo su citato, ci ricorda che Mike Bongiorno aveva condotto un programma sulla stessa falsariga, Flash del 1980).
E soprattutto c'è da chiederselo, è bene ricordarlo, tenendo presente la martellante  campagna abbonamenti al canone al grido (decisamente impegnativo nei confronti dei telespettatori e soprattutto per l'azienda) di '...per un abbonato la Rai è di casa'.

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