mercoledì 23 dicembre 2009

Libri - Le riflessioni democratiche di Gianni Cuperlo


Recensione a cura di Filippo Benedetto


Basta Zercar
sinistra, traslochi, Partito democratico
Gianni Curperlo
Editore: Fazi
data uscita: 26/11/2009
pp. 208
prezzo: 16 euro


L'Italia sembra ancora immersa nella palude della infinita 'transizione'. La cosiddetta 'Prima Repubblica' è stata travolta dallo tzunami di 'Mani Pulite' e questa ondata deflagrante ha, se non annientato, indebolito fortemente ciò che di buono da essa era stato costruito. La 'Seconda Repubblica' sembra anch'essa in fase di inesorabile declino, 'macinata' da interminabili diatribe sulle 'grandi riforme' da fare per il Paese. E la 'Terza Repubblica'? Fermi tutti, e ragioniamo su chi siamo e cosa siamo stati. Sul nostro retroterra culturale, sociale, e politico in questo abbondante mezzo secolo di storia repubblicana. Il tentativo va fatto, rimediando anche autocriticamente alla pigrizia intellettuale che ci ha impedito di ragionare 'in grande' sulle sfide che pone di fronte a noi la nuova crisi economica mondiale. Gianni Cuperlo, dirigente dei Democratici di Sinistra prima e del Pd oggi
, e tra i più colti e preparati, prova a ragionare attorno a questo dilemma: siamo, come sistema Paese, in grado di riflettere autocriticamente sui limiti e le virtù del nostro popolo? Cuperlo con 'Basta zercar' (Fazi editore) ripercorre attraverso aneddoti, ricordi personali e indiretti la storia recente della sinistra italiana e dell'Italia, non sottacendo limiti e contraddizioni. Lo fa con l'amore tipico del militante e con il peso della responsabilità che avverte il dirigente di livello. E l'impresa letteraria, oltre che intellettuale, riesce a far comprendere al lettore quali siano e da dove provengano molti dei problemi che deve affrontare oggi il Pd come sintesi politica e culturale del movimento democratico e progressista italiano.
Nel libro di Cuperlo non v'è un solo accenno strumentale all'attualità politica, ma un intenso sforzo di ritessere le fila perdute di un discorso politico ed ideale che, con il Pd nato da appena due anni, può costituire nuova linfa non solo per l'arco progressista, ma anche per l'intero sistema politico italiano. Non a caso e a più riprese lungo le duecento pagine viene sottolineato il divario persistente tra Nord e Sud, la necessità di collaudare vere politiche di sicurezza, riscoprire un genuino  senso civico, attuare nuove politiche sociali. Tutti temi che legano a filo doppio l'identità del nuovo partito al futuro di un'Italia  finalmente che ha trovato la via verso un equilibrato mix di modernizzazione e innovazione al pari di altri Paesi.

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