martedì 12 gennaio 2010

Musica - In the court of the Crimson King, a 40 anni dall'esordio


Recensione a cura di Filippo Benedetto

In The Court Of The Crimson King (1CD/1DVD-A)
King Crimson
data uscita: 16/10/2009
etichetta: Panegric/Discipline Records
prezzo: 21,90 euro





I King Crimson possono essere definiti tranquillamente tra i fuoriclasse del genere progressive-rock. Geniali, visionari, se vogliamo intellettuali raffinati: insomma, pionieri di un modo di comporre musica estremamente colto, sofisticato e innovatore. Il mese scorso (dicembre 2009) il loro disco d'esordio ha compiuto la bellezza di 40 anni: In the court of the Crimson King. Per l'occasione Robert Fripp (chitarrista 'storico' della band) e Steven Wilson (dei Porcupine Tree) hanno confezionato una edizione deluxe che non deluderà i fan di vecchia e giovanissima data...


Il cofanetto si compone di un cd con la versione completamente rimasterizzata in modalità stereo e 5.1  e un dvd con analogo remissaggio. Il risultato è molto soddisfacente, risaltando con maggiore nitidezza tutte le sfumature melodiche ed espressive di questo grandioso collage di sperimentazioni rock, psichedelia, jazz-fusion e chi più ne ha più ne metta.

Indimenticabile è l'apertura, affidata alla meravigliosa '21st century schizoid man': una vera e propria cavalcata lungo i sentieri rock e free jazz davvero entusiasmanti. La seconda 'I talk to the wind' cambia decisamente registro, cullando l'ascoltatore con una melodia densa di poesia sognante.  Sembra semplice, persino 'leggera' la struttura di questo brano, invece ad un ascolto più attento si possono scoprire sfumature melodiche di rara profondità e originalità.  'Epitaph' prosegue, approfondendone i toni malinconici e intimisti, il discorso affontato nel precedente brano, focalizzando moltissimo l'attenzione dell'ascoltatore su batteria e orchestrazioni, vero e proprio cuore pulsante di questa incantevole sorta di ballad riletta in chiave crimsoniana. Ma è 'Moonchild' (una suite di dodici minuti divisa in tre parti) che fa emergere il lato più sperimentale del gruppo, passando da una prima parte ('Moonchild' appunto) più canonicamente melodica ad una seconda ('The Dream') più minimalista e cacofonica per poi giungere all'epilogo ('The Illusion')  nel quale la melodia (quasi sussurrata) si sposa al minimalismo ossessivo delle percussioni. A chiusura del cerchio, l'album riprende dal discorso musicale d'apertura, con un finale di poco più di nove minuti, l'epica 'The return of the Crimson King'. Anche questa canzone ha la struttura in stile suite, essendo divisa in tre parti (oltre alla già citata The return of the crimson king, 'The Return of the fire witch' e 'The dance of the puppets').
In sostanza 'In the court of Crimson King' è un disco imperdibile per chiunque non si accontenti di musica di facile impatto sonoro, ma vuole affinare l'orecchio con musica di grande spessore intellettuale.

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