lunedì 22 marzo 2010

Libri - La civiltà dell'empatia, Jeremy Rifkin

Recensione a cura di Filippo Benedetto

La civiltà dell'empatia
Jeremy Rifkin
Editore: Mondadori
Collana: Saggi
data uscita: 09/03/2010
pagine: 648
prezzo: 22 euro




Ha studiato la 'fine del lavoro', ha indagato il 'sogno europeo', ha analizzato 'l'era dell'eccesso'. Ora Jeremy Rifkin, intellettuale ed economista americano tra i più visionari e, se vogliamo, provocatori degli ultimi 15 anni almeno stuzzica il lettore con un nuovo saggio dal titolo 'La civiltà dell'empatia. La corsa verso la coscienza globale nel mondo in crisi' (Mondadori, Collana Saggi, pp. 648, 2010).  
Definiti i parametri sociologici del fenomeno denominato 'globalizzazione' e identificati i tratti che lo contraddistinguono (pensiero e azione dilatanti in un continuum dove lo spazio e il tempo si vedono drasticamente accorciati dal paradigma 'globale'), l'autore lungo le meticolose riflessioni di questo corposo volume (ben oltre seicento pagine!), ci illustra la nuova era 'globalizzata' fondata non più soltanto sulla ragione (come era nel mondo industriale) e men che meno sulla 'fede' (come lo era nel mondo agricolo), ma questa volta sull'empatia. 
Rifkin non vede altro epilogo alla transizione economica, sociale, politica e culturale che il mondo ha attraversato. Transizione che, evidentemente a causa della recente crisi mondiale, vede paradossalmente accentuati i propri caratteri di radicale ristrutturazione di pensiero e azione. L'empatia, da questo punto di vista, viene vista dall'autore come logica conseguenza del definitivo schiudersi dell'era digitalizzata e dell'informazione in tempo reale (internet), che permette a miglioni di uomini di 'immedesimarsi' nell'altro diverso da sè molto più consapevolmente di quanto ci si possa immaginare. L'empatia economica, sociale, politica e culturale vivranno dunque in questo nuovo secolo di una luce propria irradiando di nuova luce gli altri idiomi socio-economico-politici che hanno dominato il secolo scorso (la ragione e la fede appunto). 
Evidentemente, ed è questo lo step conseguente che sembra suggerire lo studioso statunitense, la 'civiltà dell'empatia' muterà di senso molte delle costruzioni mentali applicate alle moderne società post industriali, forse suggerendo notevoli cambiamenti a livello di struttura organizzativa e sovrastruttura economica. Ma probabilmente questo sarà un tema che verrà debitamente approfondito in un nuovo saggio. Intanto 'La civiltà dell'empatia', nonostante la lunga e articolata digressione socioanalitica, non stanca affatto la lettura che, anzi, scorre fluida grazie ad uno stile narrativo chiaro e abbastanza divulgativo; quel tanto da poter essere letto anche da chi non è 'addetto ai lavori'.

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