venerdì 19 febbraio 2010

Libri - Con Kubrick, Storia di un'amicizia e di un capolavoro

Recensione a cura di Filippo Benedetto

Con Kubrick. Storia di un'amicizia e di un capolavoro
Michael Herr
Editore: Minimum Fax
data uscita: 02/2009
pagine: 107
prezzo: 12,00



Con imperdonabile ritardo scopro e recensisco 'Con Kubrick. Storia di un'amicizia e di un capolavoro' di Michael Herr, scrittore e sceneggiatore nonchè amico sincero del grande Maestro del cinema. Imperdonabile davvero considerando che, nella vastissima bibbliografia riguardo al regista americano, questo ritratto affettuoso si colloca in una particolare linea di confine tra il pamphlet biografico e il piccolo saggio di cinematografia. Ma forse non è soltanto queste due, pur evidenti, cose: è più di tutto un tributo al genio che è stato Stanley Kubrick e una difesa appassionata del regista contro tutte le ingiuste congetture che sono state costruite attorno alla sua figura. 
Lo stile di questo agilissimo libro - 107 pagine che si leggono tutte d'un fiato - è di lettura estremamente facile, pur se dal punto di vista contenutistico (e se vogliamo 'aneddotico') di non sempre efficace presa sul lettore che nello scorrere le pagine talvolta avrà la sensazione che l'autore dia una chiave interpretativa della cinematografia kubrickiana e di tutto ciò che le ruota attorno dando per scontate cose che in realtà non lo sono per i profani.
A parte questo dettaglio il libro di Herr rivela aspetti della personalità di Kubrick finora in qualche modo inediti e rende giustizia contro le notorie maldicenze riguardo alla sua misantropia, contrapponendovi una visione dell'uomo prima ancora che del regista assolutamente 'normale' (per quanto normale possa essere la vita e l'opera di un talento o, in questo caso, di un genio artistico). Un uomo, Kubrick, che amava stare con le persone ma che non esibiva tutto della propria vita; un uomo che era capace di instaurare un'amicizia profonda attraverso lunghissime telefonate dibattendo di qualsiasi cosa (e non solo cinema). Un uomo, insomma, con una personalità complessa ma non così da renderlo quel demiurgo ossessivo e maniaco della perfezione che molti critici, erroneamente come sottolinea più volte Herr, lo hanno dipinto.
Herr, lungo tutto il pamphlet, una notevole cultura cinematografica e letteraria e dimostra anche  - a dispetto della stessa stretta amicizia con il cineasta - il dovuto spirito critico riguardo alle normali imprecisioni che anche i capolavori posseggono, dando una prospettiva decisamente più intrigante e criticamente appagante della inalterata bellezza dei film di Kubrick.
'Con Kubrick', in conclusione, apre una sorta di finestra interpretativa inedita sulla figura di questo grande del cinema mondiale, preziosa per chiunque ami il cinema e non solo quello di Kubrick. C'è una frase in particolare, tra le tante citazioni di aneddoti e interviste opportunamente segnalate da Herr; una frase  tanto sorprendentemente eloquente da riassumere splendidamente  il punto di vista biografico impostato dall'autore di questo libro:

"[Kubrick, n.d.r.] E' probabilmente la persona con il cuore più grande che io abbia mai incontrato.[...] Subito sotto quella maschera di durezza, è una persona affettuosa e coscienziosa, che odia la sofferenza, che odia vedere gli esseri umani o gli animali che soffrono. Mi ha davvero sorpreso, quell'uomo."

Chi ha detto queste belle parole? Non la moglie, come naturalmente si potrebbe penssare e sul cui affetto non c'è ombra di dubbio, ma Matthew Modine (uno dei protagonisti di Full Metal Jacket)  in un'intervista a Vincent LoBrutto (biografo di Kubrick).






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