domenica 3 gennaio 2010

Libri - Pane e tempesta, ovvero il mondo fantastico di Benni


Recensione a cura di Filippo Benedetto

Titolo: Pane e tempesta

Autore: Benni Stefano
Prezzo: € 16,00
Data uscita: 2009
pagine: 248
Editore Feltrinelli (collana I narratori)


Torna nelle librerie di tutta Italia Stefano Benni. E lo fa in modo decisamente brillante con il nuovo romanzo dal titolo 'Pane e tempesta' (Feltrinelli, collana I narratori).

I lettori affezionati dello scrittore non rimarranno affatto delusi da questa nuova prova letteraria. Sagace, irriverente, comica al punto giusto: la narrativa di Benni rinnova la sua verve satirica sui vizi e le virtù del genere umano e con questo nuovo libro ritrova il gusto del farsesco che era stato la fortuna di un classico della bibbliografia dello scrittore bolognese, quel 'Bar Sport' (la cui edizione originale risale al 1976).
Come più di trent'anni fa anche questa volta, nelle storie che si intrecciano lungo questo 'Pane e tempesta' e attraverso la meticolosa descrizione dei tic dei suoi personaggi, viene a galla tutto l'universo immaginario di Benni. Un universo umano dalle mille sfaccettature che arricchiscono la vita di ognuno di noi e descritto attraverso le irriverenti armi dell'ironia grottesca e  della comicità surreale. Pane e Tempesta è la storia di un paese immaginario (Montelfo, un piccolo borgo fatato protetto dai boschi) dove vivono tanti personaggi, ognuno con i propri problemi quotidiani; ed è attraverso le loro vite che come nelle migliori fiabe Benni evoca metafore di vita intelligenti e suggestive.
Fin dall'incipit, ricco di ironiche suggestioni, si capirà infatti che sarà proprio impossibile non rimanere contaggiati dalla giocosa satira sulla nostra umanità messa in scena da Benni, attraverso la descrizione dei 27 riti mattutini degli abitanti di paese fiabesco:


"Così si accinse ad alzarsi e a compiere le ventisette azioni che un umano adulto deve compiere per riprendere il proprio posto nel mondo. Riatteggiarsi a bipede, lavarsi, vestirsi, calzarsi, riempirsi le tasche di oggetti rituali, controllare che niente manchi eccetera. L’uomo primitivo, pensò il nonno, doveva fare solo tre cose. Il passaggio dalle tre azioni fondamentali del pitecantropo alle ventisette dell’umano medio si chiamava civiltà."

 La malinconia che, qua e là, affiora leggendo le quasi 250 pagine di questo romanzo è poi il giusto contrappunto alle massicce dosi di gag comiche. Ed è giusto che sia così. Il ritmo leggero e lo stile estremamente fluido della narrazione, poi, aggiungono quel tono fiabesco che garantisce al lettore la certezza di non annoiarsi mai.

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