Il Pianista
Regia: Roman Polanski
Cast: Adrien Brody, Emilia Fox, Thomas Kretschmann, Julia Rayner, Jessica Kate Meyer.
Produzione: Studio Canal
Distribuzione: 01 Distribution
Genere: Drammatico
data uscita: 2002
La letteratura cinematografica è ricca di bellissime pagine filmografiche sulla Shoa. Troppo difficile scegliere 'il migliore' film in assoluto. Si potrebbero citare, di certo tra i tantissimi, alcuni film che hanno toccato più temi all'interno dello stesso filone: da uno splendido 'Vincitori e Vinti' di Stanley Kramer, dove viene analizzato il dramma della guerra dal punto di vista politico, passando per il bellissimo riadattamento cinematografico girato da Vittorio De Sica de 'Il giardino dei Finti Contini' (1970), così problematico nell'affiancare il tema della discriminazione razziale con quello della differenza di classe, o per un interessante 'Rosenstrasse' del 2004 diretto da Margarethe Von Trotta dove alla contraddizione razziale si sovrappone la contraddizione di genere e, infine, per il cui recensito 'Il Pianista' di Roman Polanski.
Uscito nel 2002 e distribuito dalla 01 Distribution, il film ricevette elogi dalla critica e successo a livello di pubblico arrivando a vincere la Palma d'oro al Festival del cinema di Cannes. Per descrivere la trama bisognerebbe partire proprio dalla scena madre, laddove un uomo ormai distrutto dalla fame e dalla paura senza più nessun parente uscito vivo dall'incubo delle deportazioni naziste nei campi di concentramento, suona con incredibile compostezza e maestria un pianoforte di fronte ad un ufficiale tedesco ormai prossimo alla capitolazione. La forza evocativa di questa sequenza alla fine risulterà cruciale nel risolvere il vero e proprio viaggio lungo terribili gironi infernali che 'il pianista' aveva sino a quel momento vissuto direttamente o indirettamente sulla propria pelle. Il carnefice, chissà, forse trova un po' d'umanità persa nell'oblio della follia irrazionale della 'soluzione finale' e della guerra, il pianista invece trova proprio in quella situazione apparentemente surreale, sospesa tra le note di un pianoforte, la sua ragione di vita e infine la sua salvezza. 'Il Pianista' è crudo, spietato nel mostrare la crudeltà nazista, la miseria umana e però lascia uno spiraglio di speranza e fiducia nell'uomo per nulla scontate. Tutti gli attori, in special modo Adrien Brody, si muovono con naturalezza ed estrema credibilità all'interno dei propri ruoli conferendo all'intero lungometraggio, grazie soprattutto ad una scenografia magnificamente ricostruita per verosimilianza con la Varsavia degli anni 40, spessore lirico e concettuale. Oltre alla scena chiave sopra citata, è doveroso citare un altra sequenza indimenticabile di questo film: quando gli ebrei polacchi, già trasferiti nel 'ghetto di Varsavia' vengono sottoposti ad una duplice umiliazione, il forzato e grottesco ballo da parte dei nazisti (metafora della follia nazista) e quando, nel piazzale dove sono stati radunati tutti quelli che verranno deportati un uomo, interpellato sul perchè una donna si lamenti così insistentemente, spiega che il motivo è dovuto al doloroso rimorso della donna per aver accidentalmente soffocato il proprio figlioletto per impedirgli di urlare e far così scoprire la famiglia dai nazisti durante il rastrellamento (altra metafora, rovesciata, sulla follia generalizzata che l'Olocausto produce). Insomma, un film magistralmente diretto, con una fotografia eccellente che ben interpreta il buio della mente durante l'ultimo scorcio della Seconda Guerra Mondiale, quando cioè la recrudescenza della guerra si fa più forte.
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