Il sostituto procuratore Antonio Ingroia stamattina, in una pausa del processo Mori-Ciancimino in Corso a Palermo, ai microfoni di 'Tutta la città ne parla' (Rai-Radio3): "Il disegno di legge anti-pentiti rischia di essere un colpo di grazia definitivo a tutto l’impianto della validita’ probatoria delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia su cui si e’ fondato il maxiprocesso di Falcone e Borsellino e cosi’ via."
Nel corso della puntata di oggi di Tutta la citta' ne parla - il programma del mattino di Rai-Radio3, condotto da Giorgio Zanchini- il Sostituto Procuratore di Palermo Antonio Ingroia ha dichiarato, riferendosi al disegno di legge "anti pentiti" presentato dal senatore Giuseppe Valentino, che “con questo disegno Viene fissato un principio di prova legale, nel senso che vengono riconosciuti come valido riscontro alle dichiarazioni dei pentiti soltanto i cosiddetti riscontri obiettivi, escludendo qualsiasi valore probatorio di conferma delle dichiarazioni di altri collaboratori di giustizia.
"Le dichiarazioni di uno o cinque pentiti vengono messi sullo stesso piano - ha proseguito Ingroia -, le dichiarazioni di un altro collaboratore non aggiungono nulla. [Questo disegno di legge] rischia di essere un colpo di grazia definitivo a tutto l’impianto della validita’ probatoria delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia su cui si e’ fondato il maxiprocesso di Falcone e Borsellino e cosi’ via. Se questo disegno di legge fosse gia’ stato in vigore - ha aggiunto il sostituto procuratore di Palermo - l’85% delle condanne del maxiprocesso non ci sarebbero state, lo stesso vale per il 60-70% delle condanne all’ergastolo anche per le stragi di Capaci e via D’Amelio, che si fondano tra l’altro sul cosiddetto incrocio delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Insomma - ha concluso il magistrato - si rischia di introdurre una breccia all’interno della legislazione antimafia che potrebbe travolgere anni e anni di lavoro. Potrebbero esserci conseguenze su tutti i processi i corso, persino su quelli gia’chiusi con sentenza definitiva: infatti, si aprono insperate aspettative per i mafiosi oggi con tanti ergastoli alle spalle, che possono invocare una revisione del processo e delle sentenza sulla base delle quali sono stati condannati."
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