domenica 31 gennaio 2010

Libri - L'uomo che fissa le capre, di Jon Ronson

Recensione a cura di Filippo Benedetto

L'uomo che fissa le capre
Jon Ronson
Editore: Einaudi
Collana: Stile libero extra
data uscita: 16/11/2009
pagine: 276
prezzo: 16,00 euro

Il genere letterario della 'fantascienza politica' consiste in un esercizio narrativo piuttosto difficile da costruire. Il rischio sempre in agguato è di sviluppare storie dal ritmo incostante, contorto nel descrivere eventi e persone ad esso legati e stilisticamente in bilico tra l'eccessiva minuzia descrittiva e una inutile esibizione di manicheismo stilistico.
Ma non sempre è stato così, o almeno il risultato che talvolta è scaturito dalla creatività di uno scrittore  - cimentatosi in un genere che ha avuto anche le sue fortune (di critica o di vendita) ma che comunque spesso rimasto circoscritto a una cerchia limitata di testi 'fondamentali' - ha prodotto romanzi di genere di un certo interesse. E' il caso di 'L'uomo che fissa le capre' dello scrittore americano Jon Ronson (autore di un altro discusso libro 'Capre di guerra'.
Da questo libro è stato tratto un film diretto da Grant Heslov con attori di grande calibro come George Clooney, Jeff Bridges e Kevin Spacey. E il fatto che da questo romanzo fantapolitico sia stata tratta una pellicola cinematografica ne ha ampliato nel tempo la cerchia di curiosi e estimatori. Del resto una storia che parla di un plotone dell'esercito americano che mette in pratica una specie di manuale new age del perfetto e infallibile soldato, bisogna riconoscerlo, non è una storia tanto ordinaria. Scritto con lo stile di un vero e proprio reportage di guerra, il libro cattura l'attenzione del lettore per sagacia, originalità e spirito comico e dissacrante. L'iperbole di surrealismo, dettata dalle gesta del suo protagonista - il colonnello Jim Channon - che dopo un'esperienza di grande impatto psicologico ed emotivo nella guerra del Vietnam, decide di proporre al Pentagono un 'Manuale del Primo Battaglione di guerra' scritto proprio da lui per addestrare in modo 'rivoluzionario' i soldati: a suo di musica new age, fissare agnellini per bloccargli il battito del cuore, usare una schiuma appiccicosa immobilizzante, oppure strumenti divinatori,  arrivando all'uso della manipolazione psichica. Secondo le previsioni di Channon, attraverso queste 'tecniche di combattimento, i soldati potevano arrivare addirittura ad attraversare i muri o di uccidere con la sola forza dello sguardo. 
'L'uomo che fissa le capre' non è un romanzo nel senso classico del termine, tantomeno un saggio a tutto tondo, e sfugge anche alle regole basilari di un reportage. Eppure, a dispetto di tutto, prende spunto dai tre filoni letterali: li pesa, li filtra, li mescola con sapienza prendendo ciò che è necessario per far funzionare il complesso della storia narrata. Il risultato è una satira originale sulla moda dilagante in America della cosiddetta 'New age', nonchè sulle involontarie gaffes comiche del più famoso e temuto dei servizi segreti di Stato, la Cia, che insieme al Pentagono - a seguito dell'attentato dell'11 settembre e nei successivi teatri di guerra in Afghanistan e in Iraq - avrebbero accarezzato l'idea di utilizzare tecniche simili di addestramento militare dei marines.

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