La fede di Barack Obama. Quando la religione non è oppio
Giorgio Bouchard
Editore: Claudiana
Collana: Nostro Tempo
pagine: 112
prezzo: 10,00 euro
Molte cose si sanno dell'uomo più potente della terra, il Presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama. Si sanno gli studi che ha fatto, il ruolo dei genitori nella sua formazione, la carriera politica quando non era ancora salito alla ribalta come il primo Presidente Usa di colore.
Molto ancora, ovviamente, non si sa. Ed è qui che può venire in aiuto la lettura di saggi che scovano, tra le pieghe dell'uomo pubblico, qualcosa dell'Obama privato. Ecco, allora, che tra queste letture risalterà - al bibbliofilo più attento ed esigente - questo 'La fede di Obama. Quando la religione non è oppio' di Giorgio Bouchard (Claudiana Editore, Collana Nostro Tempo, pp 112, 2009). Partendo, appunto, spunto dalla famosa frase marxiana 'la religione è l'oppio dei popoli' Bouchard ne rovescia a favore del suo lavoro monografico il significato profondo, esaltando in Obama la grande dote di essere sì uomo laico, ma non insensibile alla ricerca di un equlibrio nel governo della società americana tra istanze di progresso e mantenimento di valori eticamente condivisibili in una società complessa. Ma l'autore non si ferma a questo e scava più a fondo, ricercando nelle origini multiculturali di Obama stesso, il successo della sua formula di governo grazie alla quale la sua azione di governo, in particolare su temi molto discussi in ambito 'religioso', è finora riuscito a trovare punti di virtuoso avanzamento culturale (o se vogliamo 'di costume') senza dover costruire barricate intorno a sè.
Dunque secondo l'analisi che Bouchard fa in questo saggio, la forza di Obama sta nel suo stesso essere uomo di confine: sapendo parlare sia ai 'laici' che ai 'credenti', forgia un pensiero e un'azione politica che, per il suo stesso essere 'liberal', risulta facilmente aperto al confronto con la fede cristiana. Il moderno liberalismo obamiano, incontrandosi dunque con un modello di fede cristiana aperto e dialogante, finisce per proporre a tutta la società americana una potenziale rigenerazione morale e civile della società di enorme portata. E questo, come sembra suggerire lo stesso autore, dovrebbe proprio essere il punto focale da studiare e analizzare dai governanti e dalla politica del vecchio continente.
Dunque secondo l'analisi che Bouchard fa in questo saggio, la forza di Obama sta nel suo stesso essere uomo di confine: sapendo parlare sia ai 'laici' che ai 'credenti', forgia un pensiero e un'azione politica che, per il suo stesso essere 'liberal', risulta facilmente aperto al confronto con la fede cristiana. Il moderno liberalismo obamiano, incontrandosi dunque con un modello di fede cristiana aperto e dialogante, finisce per proporre a tutta la società americana una potenziale rigenerazione morale e civile della società di enorme portata. E questo, come sembra suggerire lo stesso autore, dovrebbe proprio essere il punto focale da studiare e analizzare dai governanti e dalla politica del vecchio continente.
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