sabato 13 febbraio 2010

Libri - 'Italiani, per esempio', di Giuseppe Caliceti

Recensione a cura di Filippo Benedetto

Italiani, per esempio. L'Italia vista dai bambini immigrati
Giuseppe Caliceti
Editore: Feltrinelli
Collana: Varia
data uscita: 10/02/2010
pagine: 240
prezzo: 14,00 euro




I bambini sono lo specchio della verità. Non sanno mentire e riescono, con disarmante lucidità, ad esprimere concetti che talvolta riescono più di ogni fine analista a descrivere una realtà sociale, economica o culturale. Lo possono fare con le parole oppure semplicemente attraverso un semplice e banale gesto. L'esperimento lo si può condurre, ovviamente, in proporzione diretta o indiretta alla propria esperienza e in tutti i campi dell'attività umana: da quella genitoriale, a quella lavorativa, a quella di semplice spettatore televisivo (ma il campo si potrebbe allargare al teatro o al cinema, tante sono state le opere visuali che hanno visto i bambini come protagonisti). La verità vista con gli occhi di un bambino, in talune situazioni, può addirittura spiegare eventi drammatici come una guerra, una calamità naturale, e lo si è visto in passato come ad esempio nella celebre foto che immortala la bambina seminuda che corre lasciandosi alle spalle le macerie di Nacasaki, oppure nell'immagine del bambino in lacrime estratto dalle macerie di Haiti. 
Ma anche senza ricorrere ad esemplari tristemente famosi, è possibile ascoltare la verità dei bambini attraverso i loro temi scolastici ed è allora, grazie alle loro parole scolpite con l'inchiostro, leggere dati e riflessioni forse più eloquenti di qualsiasi saggio sociologico.
Ed è proprio grazie al nuovo libro di  Giuseppe Caliceti, 'Italiani, per esempio. L'Italia vista dai bambini immigrati' (Feltrinelli Editore, Collana Varia, pp. 240, 2010) che è possibile rilevarne un eloquente ed istruttivo esempio. Istruttivo, perchè grazie alla voce narrata di alcuni bambini immigrati è possibile capire e vedere con gli occhi di una verità diversa da quella 'ufficiale' quanto sia difficile la vita per un immigrato in Italia, ed eloquente perchè le testimonianze raccolte nel libro di Caliceti non solo fanno luce sulla quotidianità dell'immigrato in Italia, ma soprattutto su di noi Italiani, mettendo il dito nella piaga: il nostro più o meno inconscio fastidio per il 'diverso'.
Caliceti è un maestro elementare che vive e lavora nella avanzata e civile Emilia Romagna, regione che pur tuttavia - grazie al racconto ordinato e sincero dei suoi alunni 'non italiani' e nonostante gli standard formativi e scolastici sopra la media nazionale - mostra una realtà migratoria sulla quale è necessario, volenti o nolenti, fare i conti senza ipocrisie per non lasciare che il nostro Paese sia travolto dall'ignoranza. Ma il succo di questo libro, se dovessimo riassumere il senso profondo e l'importanza di quanto raccolto dall'autore, potrebbe idealmente essere riassunto nelle emblematiche e impegnative domande che Fatima - una bambina di 11 anni - pone al suo maestro: 'Io sono nata in Italia, a Montecchio, però mia mamma e mio papà sono albanesi e anche io allora sono albanese. Io ho fatto l’asilo qui, la scuola qui. Io vorrei chiedere al maestro due cose. La prima cosa è questa: io sono italiana o albanese o tutti e due? La seconda: ma io sono immigra-ta o no?'.

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