Mentre le immagini del terremoto haitiano scioccano le televisioni di tutto il mondo, comincia a mettersi in moto la 'macchina della solidarietà internazionale. Già sul posto sono attivi i soccorsi delle più importanti organizzazioni umanitarie (per l'Italia Medici senza frontiere e la Croce Rossa italiana, per citare soltanto alcune) che, con grossissime difficoltà, stanno tentando di dare sollievo ai superstiti di questo disastro epocale.
Tra i 'grandi della terra', è notizia di queste ultime ore che il Presidente degli Usa Barak Obama, affiancato dagli ex presidenti Bill Clinton e George Bush, ha dato il via ufficiale ad una sorta di staffetta umanitaria Usa per dare soccorso logistico alla popolazione haitiana. Obama ha richiesto uno 'sforzo storico' per fronteggiare questa emergenza umanitaria.
Già sono stati mobilitati mezzi e uomini di una divisione dell'esercito statunitense, ma presto potrebbe entrare in gioco anche il lavoro di soccorso medico (probabilmente in previsione dei rischi di epidemie, ma soprattutto per sopperire alla mancanza di personale qualificato e strutture adeguatamente attrezzate per accogliere i malati e i feriti potenzialmente in aumento nei prossimi giorni).
Intanto il Ministero degli esteri italiano ha reso noto che attualmente, ad Haiti, risulterebbero disperse 13 persone (rispetto alle venti precedentemente stimate dalla Farnesina), tre delle quali 'in condizioni gravi': due di queste sono funzionari Onu ( l'agronomo fiorentino Guido Galli, 45 anni, e Cecilia Corneo, 39 anni).
Intanto sembra quasi certo l'invio della portaerei Cavour con gli aiuti italiani. Lunedì dovrebbe essere deciso il via libera all'operazione. Questa missione, della quale il Ministero della difesa ha allertato i vertici della Difesa e della Protezione Civile, si svolgerà in coordinamento con la Marina brasiliana che metterà a disposizione elicotteri e un attracco navale per la portaerei Cavour.
La situazione sul territorio haitiano, comunque, resta particolarmente complessa visto che già sono cominciati i primi saccheggi e le prime violenze. la capitale, Port-au-Prince, oramai sembra una città fantasma con gran parte degli edifici rasi al suolo. E la situazione sul piano della tenuta sociale potrebbe con il tempo diventare esplosiva, se non incontrollabile: manca completamente l'acqua potabile, cibo, medicinali e energia elettrica da giorni. Non solo, già con l'arrivo dei primi aiuti alimentari la gente ha letteralmente 'preso d'assalto' i primi soccorsi offerti, mentre una vera e propria banda circola per le strade seminando terrore tra la popolazione e facendo razzia di ogni cosa.
Infine la nota più dolente: il bilancio delle vittime. Secondo le ultime stime fornite dal governo di Haiti si calcola che il bilancio del sisma, quello ancora non ufficiale, potrebbe già aver raggiunto le 200.000 vittime. Oltre 15mila i cadaveri ammassati, seppelliti o cremati; almeno 250.000 i feriti, per non parlare del milione e mezzo 'senza tetto'.
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