Non si conoscono ancora le parole esatte del messaggio ufficiale e ormai tradizionale che il Presidente della Repubblica manderà nelle case degli italiani attraverso le reti unificate. Di sicuro si possono già sapere, per quanto trapela dal Quirinale, le linee di fondo di un discorso augurale molto atteso dalla politica italiana. Sarà di sicuro un discorso improntato su due grandi direttrici di fondo: questione democratica e questione sociale.
Napolitano non lascerà mai dividere i due piani in schemi paralleli e incomunicanti. Ed è logico che sia così. Perchè la crisi economica che abbiamo alle spalle è stata la più devastante degli ultimi 80 anni e perchè il confronto politico non ritrova lo spirito di 'concordia nel rispetto delle diverse posizioni politiche e culturali' del panorama italiano. L'assillo del primo inquilino del Colle è proprio questo: l'avvio, finora mancato, delle riforme sociali ed istituzionali.
Ovviamente non mancherà un augurio sentito alle molte famiglie ancora in stato di emergenza abitativa in Abbruzzo, come per quelle in Sicilia. E non credo che Napolitano sorvolerà sul grande tema dei diritti del lavoro, questione che va di pari passo proprio con le riforme in materia.
Il Presidente della Repubblica è ben conscio di questo enorme problema, ed è proprio per questo che richiamerà le forze politiche ad avere uno scatto in avanti e a guardare più a fondo nella società e nei problemi che la agita. Il tema delle riforme quindi non verrà probabilmente scisso dalla quotidianità del popolo italiano.
E non può essere altrimenti: già altre volte il Capo dello Stato aveva richiamato, con viva preoccupazione, le forze politiche presenti in Parlamento al rispetto della Costituzione e degli organi legittimati da essa. E nel discorso di stasera ritornerà sull'argomento, richiamando le sue già reiterate preoccupazioni riguardo il rischio di derive populiste del sistema politico italiano se non si pone rimedio al vuoto di sistema tra istituzioni, classe politica e cittadini.
Già in un precedente articolo su questo blog avevo segnalato i timori del Presidente sui rischi che un'escalation di rissa politica avrebbe generato sul futuro del sistema italiano. E questi timori erano stati esternati poco dopo i fatti accaduti a Milano al Presidente del Consiglio e da alcuni esponenti di maggioranza subito usati strumentalmente per fare lotta politica.
Con il discorso augurale di Napolitano ci aspettiamo una 'scossa' benefica al dibattito politico. Una 'scossa' che faccia ritrovare l'Italia davanti allo specchio dei suoi problemi non per compiacersi dei suoi limiti, ma per aguzzare l'occhio sui possibili rimedi alle proprie malattie croniche. Ma tutto dipenderà da come verrà interpretato, nei passi più importanti, il discorso di Napolitano. Pier Luigi Bersani si è già attestato sulla stessa lunghezza d'onda del Presidente della Repubblica, più o meno ribadendo la stessa visione di come, perchè, e soprattutto per chi fare le 'riforme'.
Anche il Presidente della Camera Fini probabilmente recepirà e farà sue molte delle argomentazioni fatte dal Colle. Bisognerà vedere come maggioranza e governo commenteranno le parole di Napolitano. E da lì si capirà con che segno comincerà il nuovo anno.
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