Sul suo libro 'Finchè avrò voce' (Edizioni Piemme) ha scritto: “Per nascondere la mia identità sono costretta a viaggiare coperta dal burqa, che ai miei occhi è un odioso simbolo dell’oppressione femminile, una sorta di sudario per un essere vivente”.
E' Malalai Joya, giovane deputata cacciata nel 2007 dal parlamento afgano dopo aver denunciato le presenza tra i deputati di criminali di guerra ed intervistata da Rainews24.
In giro per l'Italia per promuovere il suo ultimo libro 'Finchè avrò voce' (Edizioni Piemme, Collana Saggistica, 2010, pagine 350; un' autobiografia intensa e toccante la cui recensione sarà pubblicata la prossima settimana su questo blog), Malalai Joya ha rilasciato martedì scorso una interessante intervista a Rainews24, curata da Iman Sabbah per la rubrica 'Noi e loro' de 'Il Caffè' (striscia d'informazione mattutina curata e condotta da Corradino Mineo), nella quale la deputata afgana fornisce illuminanti riflessioni sulla condizione politico sociale in cui versa l'Afghanistan. Nel corso dell'intervista la giovane attivista per i diritti delle donne afgane spiega la sua quotidiana lotta per il pieno riconoscimento dei loro diritti e per far conoscere al mondo la verità sulla guerra in Afghanistan. Di seguito riportiamo il link alla video- intervista.
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