Recensione a cura di Filippo Benedetto
Il Riccio
Regia: Mona Achache
Cast: con Josiane Balasko, Garance Le Guillermic, Togo Igawa, Anne Brochet, Ariane Ascaride, Wladimir Yordanoff, Sarah Le Picard, Jean-Luc Porraz, Gisèle Casadesus, Mona Heftre.
Data uscita: 2009
Produzione: Francia-Italia
Durata: 100 min.
distribuzione: Eagle Pictures
Fortunatamente il cinema europeo non è in declino, regalando allo spettatore - quando meno se lo aspetta - chicche di originalità e raffinatezza particolari. E' il caso dell'esordio cinematografico di Mona Achache, giovane e talentuosa regista francese autrice de 'Il Riccio'.
Nonostante si tratti di un'opera prima, questa regista ha saputo giocare con intelligenza le sue carte, regalando allo spettatore una fedele trasposizione dell'omonimo romanzo da cui questa pellicola è tratta. Non solo, ma si è avvalsa di un buon cast di attori, di una ottima fotografia e di un montaggio ben costruito. Il risultato è una storia ricca di intimismo e raffinatezza, lavorando più sui personaggi che sulle, pur ben costruite, scenografie. Non poteva, del resto, essere che così se la Achache voleva rimanere fedele al romanzo. In effetti le due protagoniste di questa storia hanno vissuti molto particolari - anzi, decisamente fuori dal comune: una è una portinaia di circa cinquant'anni esteticamente sciatta e rozza, ma di buona cultura (tanto da poter intrattenere un'amabile conversazione su Marx, Kant o leggende letterarie come Proust; l'altra è una dodicenne d'alta estrazione sociale, la buona borghesia parigina, insoddisfatta della propria vita e desiderosa di 'farla finita'. Le due eroine sono esseri 'speciali', incompresi, e perciò tenacemente 'solitari': proprio come i ricci che per difendersi aguzzano i loro aculei.
In una Parigi borghese eloquentemente manifesta nel bel palazzo dove si svolge l'intera vicenda, le due eroine condividono indirettamente la medesima orgogliosa solitudine attraverso l'amicizia o la confidenza per con un altro inquilino del palazzo: un cinese benestante dai modi tutt'altro che rozzi. Sarà lui il trade union ideale, il messaggero 'gentile' attraverso cui le due protagoniste, la portinaia Renèè e la bambina Paloma, potranno comunicare tra loro e al mondo circostante il proprio disprezzo per la mediocrità del mondo circostante.
'Il Riccio', pur nella fedeltà della trasposizione, è un bel film con grandi ambizioni narrative. Il fatto che la regista abbia lavorato su un soggetto così particolare, riuscendo nell'intento di colpire lo spettatore con una buona ricostruzione cinematografica, la segnala come una delle nuove promesse del cinema francese, ma non solo.
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